Archivi mensili: aprile 2016

La Corte d’Appello di Napoli ordina la trascrizione delle adozioni legittimanti di due figli di coniugi omosessuali

image(A.S.) Pubblichiamo (omettendo solo i nomi dei minori e gli indirizzi, ma non i nomi delle mamme, su espressa richiesta delle stesse, che non vogliono risultare “anonime”) l’ordinanza, depositata il 5 aprile 2016, con la quale la Corte d’Appello di Napoli ha ordinato la trascrizione di due sentenze francesi che hanno disposto l’adozione – “piena e legittimante” ai sensi dell’ordinamento del luogo – dei figli della coniuge a favore di ciascuna madre richiedente. La decisione aggiunge un tassello importante al complesso mosaico della tutela dell’omogenitorialità nel nostro ordinamento, perdurando l’inerzia del legislatore sul punto. Rispetto al precedente costituito da App. Milano, 16 ottobre 2015, n. 2543, si tratta, per la prima volta, di trascrizioni concernenti una fattispecie di adozione coparentale incrociata, in coppia omosessuale coniugata in Francia e che ha ottenuto, peraltro, la trascrizione del matrimonio in Italia. Entrambe le madri hanno infatti ottenuto, in Francia, l’adozione coparentale del figlio biologico della coniuge, domandandone poi la trascrizione all’ufficiale dello stato civile italiano. Di fronte al rifiuto di quest’ultimo, motivato sulla base del rilievo che “le sentenze di adozione richiamavano «come evento relativo alla filiazione” il matrimonio dei genitori […] improduttivo di effetti in Italia», perché contratto tra persone dello stesso sesso”, le due madri adivano la Corte di Appello di Napoli per sentir dichiarare l’illegittimità del rifiuto, con contestuale ordine di trascrizione all’ufficiale dello stato civile.
In aggiunta alla peculiarità della fattispecie, la decisione si segnala, nel merito, per alcune importanti affermazioni.
Con riferimento all’individuazione della disciplina applicabile, la Corte d’Appello di Napoli esclude che possa trovare applicazione nella fattispecie de qua la vigente normativa in tema di adozioni internazionali: trattandosi infatti di domanda di trascrizione di due sentenze di adozione “nazionale” francese, ritiene la Corte che più correttamente debba farsi applicazione della legge n. 218/95 (Riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato), ed in particolare dei suoi articoli 65 e 66, relativi al riconoscimento di sentenze e provvedimenti stranieri, con conseguente esclusione della competenza del Tribunale per i minorenni. Tale affermazione non è senza importanza, se solo si considera che, ancora di recente, la Corte costituzionale, investita – in fattispecie parzialmente analoga – di questione di legittimità costituzionale degli artt. 35 e 36 della legge n. 184/83 (relativi all’efficacia dei provvedimenti di adozione di minori stranieri, pronunciati all’estero), ha dichiarato l’inammissibilità della questione perché il giudice rimettente “ha erroneamente trattato la decisione straniera come un’ipotesi di adozione da parte di cittadini italiani di un minore straniero (cosiddetta adozione internazionale), mentre si trattava del riconoscimento di una sentenza straniera” (così il comunicato stampa diffuso al termine della Camera di consiglio del 24 febbraio 2016; le motivazioni dell’ordinanza non sono ancora state depositate).
Dalla dichiarata applicabilità degli artt. 65 e 66 della legge n. 218/95 consegue che all’ufficiale di stato civile e, se del caso, al giudice adito in sede di impugnazione del diniego di trascrizione, compete unicamente verificare che il provvedimento di cui si richiede la trascrizione produca effetti nell’ordinamento in cui è stato pronunciato e non sia contrario all’ordine pubblico.
Particolarmente interessanti, allora, le motivazioni (more…)

Le coppie dello stesso sesso in anagrafe: la costruzione di uno spazio europeo dei diritti

imagedi Andrea Antognoni*

L’anagrafe offre un punto di osservazione privilegiato sulle modalità con cui gli status familiari acquisiti all’estero impattano nel sistema giuridico italiano. Custode dei dati di tutti i cittadini residenti nel nostro Paese, attraverso la funzione anagrafica lo Stato si occupa anche delle registrazioni dei cittadini non italiani. Nell’ambito di questi, gli operatori degli oltre 8.000 Comuni gestiscono in maniera diretta, cioè senza intermediazione di altra autorità o ufficio amministrativo, i cittadini dell’Unione Europea.

L’anagrafe: tra esistenza giuridica e identità

Il tema della registrazione degli status e dei dati personali è solo apparentemente secondario: forse per una storica sottovalutazione dell’importanza della corretta tenuta degli atti anagrafici, in cui il diritto soggettivo all’iscrizione e l’esattezza dei dati personali costituiscono il nucleo essenziale della personalità. Ciò è vero sin dalle origini dei sistemi anagrafici, che non a caso si sviluppano con la maturazione degli Stati democratici, in cui il cittadino-residente assume rilevanza come persona al di là della classe sociale.

L’esattezza e la puntualità dei dati anagrafici, oggi custoditi in database digitali, assume una rilevanza fondamentale in ogni sistema giuridico-amministrativo: si pensi semplicemente agli sforzi del legislatore italiano, ormai giunti alle battute finali, di creare finalmente un’unica banca dati, l’anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR) così da garantire univocità e congruità dei dati e più efficiente circolazione di essi all’interno del sistema pubblico.

Più banalmente, l’importanza della corretta e puntuale registrazione risulta evidente proprio dal suo apparire naturale per la stragrande maggioranza delle persone: ma come ci sentiremmo se immaginassimo, per un attimo, di avere una carta d’identità con un cognome diverso da quello con cui ci riconosciamo, o di richiedere un certificato di nascita o di matrimonio e sentirci rispondere che quell’atto non esiste, che non risulta nulla?

La qualità del dato anagrafico attiene, naturalmente, anche al rispetto di diritti fondamentali della persona, tutelati da norme di rango sovranazionale che devono coesistere con norme e prassi interne. Due fenomeni hanno contribuito ad aumentare il livello di complessità delle registrazioni: i flussi migratori di cittadini non italiani, e la definizione di un sistema giuridico europeo e di un’area in cui la sfera personale è tutelata anche dall’ordinamento europeo. Proprio il confronto, ineludibile, con il quadro di diritti essenziali strettamente collegato alla cittadinanza europea, ha portato in prima linea gli operatori comunali dei servizi demografici. Ecco dunque che la funzione di registrare l’iscrizione anagrafica del cittadino europeo e dei suoi familiari, conduce, gioco forza, l’operatore all’interno di un sistema giuridico sovranazionale, in cui le norme interne dialogano in modo costante e spesso ricco di tensioni, con quelle europee.

Poiché ogni norma non agisce nel vuoto ma s’intreccia con il sistema di cui fa parte e con altri ordinamenti, l’ufficiale d’anagrafe è chiamato a dare attuazione alla normativa di derivazione europea, dai principi scolpiti dai Trattati e modulati dalle pronunce della Corte di giustizia, fino alla Direttiva 2004/38/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 e, infine, al Decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30.

Un complesso lavoro necessario a concretezza a diritti fondamentali, tutelati dall’ordinamento europeo che è, in materia, fonte primaria: il diritto di libera circolazione e soggiorno, e conseguentemente quelli all’unità familiare e al riconoscimento degli status legittimamente acquisiti dal cittadino dell’Unione.

L’iscrizione anagrafica del coniuge same-sex

Il diritto di soggiorno del coniuge dello stesso sesso è la rappresentazione più forte delle connessioni tra queste dimensioni. Assenza di norme esplicite, difficoltà operative e, ammettiamolo, barriere culturali, non hanno contribuito a dipanare la matassa per gli ufficiali d’anagrafe, (more…)

Unioni civili: chiusa la fase preliminare in Commissione alla Camera

cameraPubblichiamo il resoconto stenografico della indagine conoscitiva condotta presso la seconda Commissione della Camera in merito all’esame della proposta di legge approvata dal senato sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso e la disciplina delle convivenze

9-15 marzo 2016: Camera dei Deputati, Seconda Commissione, Indagine conoscitiva in merito all’esame della proposta di legge c. 3634 , approvata dal senato, recante la regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze

ndagine conoscitiva condotta presso la seconda Commissione della Camera in merito all’esame della proposta di legge approvata dal senato sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso e la disciplina delle convivenze

9-15 marzo 2016: Camera dei Deputati, Seconda Commissione, Indagine conoscitiva in merito all’esame della proposta di legge c. 3634 , approvata dal senato, recante la regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze