Respinta in Portogallo l’adozione del figlio del coniuge per le coppie gay e lesbiche
17 marzo, 2014 | Filled under genitorialità, internazionale, NEWS, OPINIONI, orientamento sessuale |
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La proposta di adozione del figlio del coniuge era stata approvata in prima lettura nel maggio scorso. L’approvazione aveva spinto alcuni deputati socialdemocratici a presentare una proposta di referendum sull’adozione da parte di coppie omosessuali, proposta successivamente dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale. L’iter legislativo deve ora ripartire da zero, mentre resta in dicussione la possibilità di un referendum.
(Giovanni Damele*) Con 112 voti contrari, 107 a favore e quattro astensioni, il parlamento monocamerale portoghese (Assembleia da República – AR) ha respinto in seconda lettura, il 14 marzo scorso, la proposta di legge presentata dal Partito Socialista (PS) concernente l’adozione, all’interno di coppie omosessuali unite in matrimonio civile, del figlio di uno dei due coniugi da parte dell’altro (la cosiddetta coadoção – letteralmente “coadozione”). Tale proposta (la n. 278/XII) era stata approvata in prima lettura, nel maggio scorso, grazie al voto favorevole di 16 deputati del Partito Social Democratico (PSD – di centro-destra) ma anche grazie alle numerose assenze nel gruppo del partito di maggioranza relativa. Assenze che non si sono ripetute in questo caso, permettendo così alla maggioranza del PSD e dei popolari del CDS di battere le sinistre, nonostante i dissidenti.
Tra la prima e la seconda votazione, si era inserita l’approvazione, nell’AR, di una proposta di referendum presentata da alcuni deputati del PSD, estesa anche al tema più generale dell’adozione congiunta da parte di coppie omosessuali. Con tale referendum, i proponenti – contrari all’adozione da parte di coppie omosessuali – intendevano legare il tema della coadozione a quello dell’adozione tout court. Tuttavia, proprio l’unione dei due temi, aveva spinto la Corte Costituzionale portoghese (Tribunal Constitucional – TC) a dichiarare illegittima, il 19 febbraio scorso, la proposta di referendum, sia sul piano costituzionale (sulla base degli articoli 6, 12, 115 e 223 della Costituzione portoghese) che sul piano di conformità alla legge organica sul referendum (sulla base degli articoli 3 e 37). In particolare, la Corte Costituzionale lusitana, alla quale, in sede di controllo preventivo obbligatorio, il Presidente della Repubblica aveva sottoposto la proposta di referendum, aveva contestato la formulazione del quesito, ritenendo che potesse da un lato generare confusione nell’elettorato, e dall’altro fornire indicazioni contraddittorie al legislatore.
La proposta di referendum si articolava infatti in due domande: “1) concorda che il coniuge o unito di fatto dello stesso sesso possa adottare il figlio del suo coniuge o unito di fatto? 2) Concorda con l’adozione da parte di coppie, sposate o unite di fatto dello stesso sesso?”. La base legislativa di partenza su cui andava a incidere il referendum era l’articolo 1979 del Codice Civile portoghese, secondo il quale “possono adottare pienamente […] due persone sposate”. Tale passaggio va interpretato – ricorda il TC nelle motivazioni della sentenza – in conformità con l’articolo 3 della Legge 9/2010 del 31 maggio, che ha legalizzato il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso, e con l’articolo 7 della legge 7/2001 dell’11 maggio, sulle unioni di fatto. Entrambi gli articoli non riconoscono alle coppie dello stesso sesso la possibilità di adozione congiunta né di adozione del figlio di uno dei partner da parte dell’altro.
Il TC aveva sottolineato come nel primo dei due quesiti referendari, vertente sull’adozione del figlio del coniuge o unito di fatto, sarebbe stato in causa il tipo di vincolo giuridico esistente tra il figlio di un membro della coppia e l’altro membro. Il secondo quesito, invece, avrebbe riguardato l’adozione ex nihilo da parte di due persone dello stesso sesso. Secondo il TC, proprio la compresenza di queste due questioni, che dovrebbero essere soggette a valutazioni differenti da parte dell’elettorato, avrebbe potuto generare ambiguità. In particolare, i giudici della corte costituzionale portoghese avevano sottolineato come il fatto che i due quesiti fossero posti insieme avrebbe potuto indurre l’elettorato a ritenere che in entrambi i casi il punto fosse il riconoscimento o meno dell’idoneità di una coppia omosessuale ad adottare, dimenticando che, nel primo caso, veniva coinvolto anche l’interesse del figlio in relazione a un legame familiare preesistente. La risposta alla seconda domanda, secondo il TC, avrebbe quindi potuto “contaminare” la risposta alla prima (o viceversa).
Inoltre, la compresenza dei due quesiti avrebbe anche potuto, a giudizio del TC, causare ulteriori complicazioni in sede legislativa, poiché avrebbe potuto impedire quella “risposta globale univoca” che, anche in caso di quesiti multipli, deve consentire al legislatore di ottenere dal risultato referendario indicazioni precise. Infatti, nel caso, improbabile ma non impossibile, di una risposta negativa alla prima domanda (coadozione) e positiva alla seconda (adozione congiunta), il legislatore sarebbe stato obbligato a consentire l’adozione a tutte le coppie omosessuali, escludendo, con conseguenze altamente discriminatorie, soltanto alcune, e cioè proprio quelle nelle quali l’adottando è figlio di uno dei due membri della coppia.
Non potendo pertanto convocare il referendum, a seguito della decisione del TC, il Presidente della Repubblica Aníbal Cavaco Silva (PSD) aveva rinviato la proposta di referendum all’AR, la quale, a norma di legge, può riformulare il quesito, emendandolo delle parti considerate illegittime o modificandolo secondo le indicazioni del TC. Allo stesso tempo, la decisione del TC aveva sbloccato l’iter legislativo della proposta di legge sulla coadozione, conducendo così alla votazione in seconda lettura.
La votazione del 14 marzo, interrompendo il cammino della proposta di legge del PS, giunge ora a modificare ulteriormente il quadro della situazione. Se da un lato il PSD, per bocca del leader del gruppo parlamentare Luís Montenegro, sembra voler insistere con la proposta di una consultazione referendaria, ritenendo che «in materie che dividono il parlamento, una consultazione popolare favorisca la stabilità sul piano giuridico», dall’altro la deputata socialista Isabel Moreira, promotrice della proposta di legge, ha affermato che il suo partito ripresenterà la proposta e continuerà a lottare in parlamento per la sua approvazione.
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* Ricercatore presso l’Instituto de Filosofia da Linguagem dell’Universidade Nova di Lisbona, ove si occupa principalmente di argomentazione giuridica.
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La notizia della votazione del 14 marzo su uno dei principali quotidiani portoghesi: http://www.publico.pt/politica/noticia/coadopcao-chumbada-por-cinco-votos-1628292#/0
Il testo della proposta di legge sulla coadozione: http://app.parlamento.pt/webutils/docs/doc.pdf?path=6148523063446f764c3246795a5868774d546f334e7a67774c325276593342734c576c756156684a5358526c65433977616d77794e7a677457456c4a4c6d527659773d3d&fich=pjl278-xii.doc&inline=true
Il comunicato del Tribunal Constitucional: http://www.tribunalconstitucional.pt/tc/imprensa02-bd2504.html
Il testo della sentenza del Tribunal Constitucional: http://www.tribunalconstitucional.pt/tc/acordaos/20140176.html
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